Darkover e Gli inferni di Zandru

In attesa dell’intervista che ho fatto a Deborah J. Ross, in uscita domani tra le pagine di FantasyMagazine (grazie ancora ad Andrea Storti per il sostegno), vi lascio con un rapido stralcio in anteprima per il mio sito, e alla bella copertina firmata da Paolo Barbieri.

Che cos’è che la affascina della narrativa fantastica? E cosa non le piace?

David Brin una volta disse che la fantascienza è la letteratura della speranza, perché suppone ci sarà un futuro migliore. Credo sia vero anche per il fantasy. Il mondo è pieno di meraviglie, e le storie ci aiutano ad apprezzarle e a esplorarle. Come ogni genere, anche il fantasy può diventare trito. Non mi piacciono i bei elfi e non leggo molto horror o libri con zombi o finali deprimenti. Ho amato Harry Potter e sono poco incline a Twilight

Cosa significa, per lei, essere una scrittrice?

Amo quando le parole fluiscono e le idee scoppiettano nella mia testa. Sembra quasi io sia sotto dettatura. Faccio fatica ad attendere per vedere quello che accade poi. Odio la prima pagina. Inizio sempre nel luogo sbagliato, ma non trovo mai il luogo giusto se non ho già iniziato da qualche parte. Spesso, devo permettermi di scrivere un pessimo inizio che nessun’altro vedrà mai e poi correggerlo durante la revisione. Ma, com’è stato detto, l’unica stesura che conta è quella sulla scrivania dell’editor. 

La maggior parte dei giorni mi sveglio, mi esercito e pratico musica (piano e voce) prima di mettermi a lavorare. Alterno lo stare seduta alla scrivania all’usare il mio portatile in una sedia confortevole che dà sul nostro giardino e sulle montagne. Di norma faccio un sonnellino dopo pranzo e un break nel tardo pomeriggio, spesso portando fuori il cane. E’ dura, per me, rimanere seduta per più di qualche ora, quindi mi muovo molto spesso. Quando lavoro alle prime stesure grossolane, fisso una quota di pagine, normalmente da 5 a 10 pagine al giorno. Tento di non pensare, ma di lasciar riversare le parole. Quando sto revisionando divento molto più brontolona perché sono in “editor mode” e cerco di tenere a mente 500 pagine di intreccio e dettagli. Fortunatamente, anche mio marito è uno scrittore ed è molto comprensivo.

Quando mi blocco, pulisco casa. Puoi capire come sta andando il mio lavoro guardando quanta polvere c’è sul pavimento.

Aggiornamento!

Ecco il link alla notizia su FantasyMagazine: QUI.

E quello all’intervista integrale: QUI.

Ciao,

L.

5 thoughts on “Darkover e Gli inferni di Zandru

  1. non potevo astenermi da un commento se di mezzo ci sono MZB e la Ross sua, come possiamo definirla? creatura?

    QUello che leggo qui mi emoziona tantissimo perché se ti vai a rileggere il mio commento personalissimo a conclusione di Insecta è stato proprio sottolineare come sia incredibile quando le parole escono da sole e tu lavori sotto dettatura. Una sorta di schizofrenia sana se vogliamo.

    Per gli inferni di Zandru, bel colpo Luca leggerò con piacere l’intervista completa. Viva sua maestà MZB! Va bene mi sono fatto esaltare un po’, ma sai quando c’è la regina io mi agito.

  2. @ Eleas, ho avuto fortuna che l’intervista è arrivata giusta giusta col lancio del libro, e… che libro! La cover, di Paolo Barbieri, è in assoluto la MIGLIOR cover mai realizzata per un libro di Darkover dagli illustratori italiani (molto bella era anche l’originale usata per La Matrice Ombra), ma qui siamo davvero “nello spirito” di Darkover. Superba.

    @ Andrea, era dovuto il grazie! :)

  3. beh paolo è paolo lu’ ubi paolo minor cessat e le vecchie cover di darkover erano proprio da cesso!

  4. Beh, quella di La Caduta di Neskaya era bruttina forte (ok, dai, mi associo: faceva davvero cagare).
    Paolo ha ridato spessore, lustro, importanza e carattere (con una sola immagine!) all’intera saga. C’è poco da dire, la qualità si vede e si fa sentire. :)
    L.

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