George R.R. Martin ha, secondo il mio modesto parere, una qualità indispensabile per un Autore con la A maiuscola: quella di saper intrattenere.
Questo di sicuro non è il romanzo migliore che ha scritto. Questo di sicuro non è il più avvincente. E, altrettanto di sicuro, è quello in cui avvengono meno fatti ed eventi eclatanti: sono pochi i colpi di scena ed essendo “la metà di una metà” il ritmo del libro ne risente grandemente. Però, c’è un però: il libro si lascia leggere con una piacevolezza incredibile. Credo di poter contare sulle dita di una mano gli autori capaci di tanto, e uno di questi è proprio Martin.
Tanti personaggi, tutti protagonisti come nella vita di tutti i giorni. Non c’è un eletto, un prescelto, un predestinato. O meglio, sì, ci sono anche, ma non sono immuni dalla caduta. Non credo – e dico solo “credo”, l’autore è insondabile in tutto ciò – che farà patire più del dovuto personaggi come Jon Snow, Daenerys Targaryen o Tyrion Lannister: hanno un’aura da predestinati che, sebbene feriti, schiacciati, gettati nella polvere, Martin continua a preservare (per ora). Ma è tutto sempre in forse con lui. Di carne al fuoco ce n’è tanta e il mosaico di vite può elevare di colpo un umile paggio a protagonista se – il destino, il fato, i casi della vita – lo portano a contatto con i grandi eventi narrati in questa saga.
Saga che, a ben vedere, in questo libro mette bene in mostra le figure femminili. Tutte molto credibili. I capitoli che ho preferito maggiormente sono senza dubbio quelli dedicati alla Regina Cersei. Crudele. Sofisticata. Doppiogiochista. Più di una volta ho sogghignato nei capitoli dedicati a lei, quando Martin ci mostra ciò che dice alla sua corte sempre in gran fermento e come contraltare ciò che invece la regina pensava realmente. Credo sia un personaggio davvero interessante, anche se temo il suo destino potrebbe rivelarsi ben presto per quello che è. Interessante è anche Brienne, la Vergine di Tarth: una guerriera mastodontica, per nulla femminile, eppure, capace di strappare riflessioni non banali sulla sua condizione non certo facile.
Le Cronache del Ghiaccio e del Fuoco restano, a mio avviso, la migliore espressione di un genere fantasy epico che, fortunatamente, sa allontanarsi dai cliché del passato e rinnovarsi di continuo. Il volume precedente l’ho letto 3 anni fa, ma rientrare nel mondo di Martin è stato un attimo.
E’ stato un po’ come tornare a casa.
Bellissima saga. A volte ho la paura che l’autore stia perdendo i fili, altre ho pauro che possa tirare le quoia prima mettere la parola fine a questa sua mastodontica opera…
Senza dubbio, però, è un signore autore. Davvero. Io sono ancora qualche volume indietro, con la lettura, però merità tantissimo. Hai ragione tu, fa un fantasy epico meraviglioso, senza cadere nei cliché. Io non amo il fantasy epico, ma questo è fatto immensamente bene.
Detto questo, io sono follemente, perdutamente innamorato di Daenerys. XD
Eh, speriamo che George goda di ottima salute a lungo, anche perché mancano ancora 3 o forse 4 ENORMI romanzoni, di quelli che sa scrivere solo lui. A dire la verità, spero che queste lungaggini siano dovute più che altro al fatto che i romanzi di “mezzo” sono dei ponti: trasportano dai primi, agli ultimi, e l’intreccio che viene steso qui è fondamentale per il seguito. Con tutti i personaggi che ha introdotto, è chiaro dover annodare il tutto. Ci vuole tempo, ma confido che con quelli dopo (2 o 3?) la saga dovrebbe essere in discesa… forse.
L.
Forse… io, come te, mi auguro goda di buona salute. A me i romanzi di mezzo vanno benissimo ma, da lettore, mi sembra si dilunghi un po’ troppo nei tempi, non nelle pagine.
Poi, vabbè, parlo io che sai bene quanto son lento nelle mie, di cose. XD
Non so, ma spero anche io si spicci.
Neil Gaiman a proposito di Martin ha detto: “George Martin non è la vostra puttana“. Riferendosi ai lettori che erano arrivati a minacciare fisicamente il povero George perchè si desse una mossa. Questa cosa è accaduta subito dopo la morte di Robert Jordan (che non ho ancora letto, e devo recuperare). Ovviamente Gaiman intendeva che Martin non è lì a fare un piacere a nessuno, come non è nemmeno uno che puoi pagare per schiaffargli in faccia il tuo desiderio di lettore. Ha i suoi tempi. Ha i suoi modi. I suoi perchè. Non si può far fretta a colui che, in definitiva, è il dio stesso del suo mondo.
L.
Su Jordan ho lì il primo volume e, vedremo se un giorno lo leggerò…
Gaiman ha perfettamente ragione e minacciare di morte Martin… beh, trovo sempre esagerate questo genere di cose.
Però, forse, e magari è un mio pensiero sbagliato… comunque, forse Gaiman e Martin si dimenticano che, sì, lui non è lì per far piacere a nessuno, però magari un lettore italiano ha speso già 200 € per leggere i suoi libri e, beh, non trovarsi con un finale…
Quanto mi manca Martin… Spero di leggere un nuovo capitolo al più presto!